Potresti citare esattamente quando e dove Benedetto XVI avrebbe dichiarato che "la pedofilia è perdonabile e l'omosessualità no"? Un passaggio che deve essermi sfuggito...
O forse una cosa è sfuggita a te: la Confessione è un Sacramento che segue regole precise, non a discrezione del prete. Un peccato "non perdonabile", per quanto abominevole, non esiste; può essere perdonato purchè si osservino le dovute disposizioni.
Per esempio: un crimine gravissimo, quale potrebbe essere aver stuprato e ucciso una bambina, può essere perdonato dal confessore, che agisce in nome di Dio, se il criminale ha le debite disposizioni (pentimento, proponimento di non farlo più e via dicendo); non può invece essere perdonato se il peccatore persiste nella sua colpa. Il perdono del peccato, conferito dalla Chiesa, non comporta però il perdono "civile", intendo dire che quella stessa persona, pur assolta in confessione, deve comunque scontare la pena che le viene inflitta in Tribunale. Abbiamo un esempio eclatante proprio di questo tipo: Alessandro Serenelli, l'uomo che nel 1902 uccise barbaramente Santa Maria Goretti (19 anni lui, appena 12 lei) perchè lei rifiutava le sue pretese sessuali, venne subito catturato e scontò 30 anni di carcere, all'epoca durissimo e non certo come oggi.
Quando uscì però, vicino ai 50 anni, era completamente trasformato: la durissima punizione che aveva subito lo aveva fatto riflettere, tanto da emendarlo completamente della sua colpa e da farne un uomo nuovo. Per il resto della sua vita visse infatti santamente, sino alla morte avvenuta quando aveva quasi 90 anni.
I preti delle parrocchie piccole sono simpatici anche a me, e non solo a me... ma forse ti è sfuggito che fanno parte della medesima Gerarchia che ha per vertice il Papa e quali punti cardine i Vescovi. Un parroco di una piccola parrocchia che pratica la carità e l'accoglienza nei confronti dei poveri, degli emarginati e via dicendo, fa semplicemente il suo dovere, visto che queste sono (anche) le indicazioni che gli arrivano dall'alto, dato che il Papa e i Vescovi non possono essere personalmente dappertutto e devono quindi avvalersi necessariamente di collaboratori.
Poi non è che Papi e Vescovi vivano proprio nel lusso, spesso è il contrario: anche se la Chiesa come istituzione possiede alcune ricchezze, queste non appartengono personalmente al prelato che talvolta è addirittura poverissimo.
Visto che anche tu citi Giovanni Paolo II, del quale sono devotissimo, sappi che nel suo testamento spirituale le parole che mi hanno colpito di più sono "non lascio dietro di me proprietà di cui sia necessario disporre". Ho fondati motivi di credere che quando morità il Papa attuale sarà la stessa cosa.
E poi, visto che io amo i gatti, un Papa che a sua volta ama i gatti mi è particolarmente simpatico...
[Modificato da sandro.raso 07/05/2010 15:31]