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è difficile essere atei

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    largo.pista
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    00 12/07/2005 14:28
    essere atei è impegnativo.
    vorrei dare a mio figlio il libro sacro e dirgli: leggi qui. quello che è scritto risolve i dubbi legati alla tua esistenza. invece per me non è così facile.
    la fede si dice che sia un dono. a me la vita ha dato in dono solo dubbi. a mio figlio non potrò che trasmettere tutti i miei dubbi, sapendo che la sua ragione, come la mia ormai macilenta, contro di essi arranca, sbatte, inciampa, striscia e alla fine si ferisce a morte...

    largopista
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    LupoNero666
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    00 12/07/2005 14:39
    La certezza non la posseggono nemmeno coloro che credono in una Religione. La fede non é materia di certezze, ma di convinzioni personali.
    Io non seguo nessuna Religione, ma dubito che esista qualcuno che ha le risposte per tutte le questioni del mondo.
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    Dalle ombre, sono affascinato dalla morte...


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    00 12/07/2005 14:39
    è difficile essere crdenti, credere a qualconsa he è stato rivelato (forse) solo a pochi eletti, avere il terrore di essersi sbagliati in tutto.
    mi piacerebbe dire a mio figlio, Dio non esiste, scialaqua la tua vita, non pensare agli altri pensa solo a divertirti perchèè quando morirà sarà tutto finito e allora spremi la vita sino all' ultima goccia e prendine tutto ciò che può darti.
    Perchè non per tutte le religioni fede è certezza, molte volte è sperare, perchè la speranza nonostante le non prove, nonostante la logica del pratico non morirà mai.

    PS
    a se magari ci inseriamo in qualche altro topic già esitente invece di crerne 20 uguali.[SM=g27811]
    Prego, a voi la mossa.



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    00 12/07/2005 14:45
    credere è facilissimo
    la fede è la capacità di rispondere alle domande per le quali non c'è risposta.
    vivere senza risposte, quello sì che è complicato.

    bisogna stabilire se l'uomo sia o no abbastanza intelligente da imparare a convivere serenamente con la propria stupidità...





    Largopista
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    00 12/07/2005 14:47
    UHAZUHAZ allora hai toppato in pieno senza risposte ci vivono gli agnostivi, gli atei la hanno una risposta: è NO.
    alcune fedi religiose hanno SI, altre hanno SPERO.
    Prego, a voi la mossa.



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  • largopista
    00 12/07/2005 15:10
    categorie
    forse siamo su due piani di ragionamento diversi...
    lascia stare, non sei obbligato ad intervenire quando non hai niente da dire...



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    LupoNero666
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    00 12/07/2005 16:01
    Credere é facilissimo? Non penso proprio. Dire di credere é molto facile, ma le parole e la realtà sono due cose completamente diverse.
    Un essere umano senza dubbi non é in grado di pensare...

    Seraph, gli agnostici non vivono senza risposte... semplicemente quando non ci sono le cercano. E' diverso.
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    Fiero Narratore
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    00 12/07/2005 17:32
    vabè le cercano, non le hanno è lo stesso.

    per largopista, s vuoi solo persone sullo stesso piano, io ho molto a dire e lo stò dicendo, la mia era solo una correzione perchè molti scambiano gli atei e gli agnostici.
    ma se non hai tempo per ascoltare.
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  • uncon
    00 12/07/2005 17:49
    oi oi, credere e' facilissimo????? uddio, e che sono io che nn c riesco proprio??????? anche a sforzarmi al massimo credere in dio o dottrine varie mi e' proprio impossibile...
    forse nn e' il credere o nn credere ad essere in un modo piuttosto che in un altro, io direi piuttosto che esistono diverse categorie umane, e diversi modi di rapportarsi al mondo non esiste una regola valida per tutti ...
  • Venetus
    00 12/07/2005 18:49
    Se credere fosse facile sarebbero pochissimo gli atei...
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    Celanum
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    00 13/07/2005 12:32
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    00 13/07/2005 12:57
    già fatta la discussione sui templari mi pare, e cmq questo non è il post adatto per mettere simboli massonici.
    Prego, a voi la mossa.



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  • aldo
    00 13/07/2005 20:00
    credere
    si'che e'facile credere. basta prendere un libro sacro e metterselo sotto il cuscino. li'ci sono le risposte di cui s'ha bisogno. che poi sia la bibbia, la torah, il corano... chi se ne importa...
    límportante e'credere a quello che ci dicono e illudersi désserci arrivati dopo una profonda, peraonale, sofferta decisione.

    che poi il 98% degli italiani risulta cattolico e il 100% degli arabi sunnita sono solo coincidenze...
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    LupoNero666
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    00 13/07/2005 20:02
    Celanum, che cosa vorrebbe dire questo post? La discussione su quella serie di lettere é già stata tenuta nella sede appropriata.

    Seraph, quel simbolo é iscritto su alcune Chiese... perché sarebbe massonico?
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    Fiero Narratore
  • leetcha
    00 13/07/2005 21:34
    libri sacri
    tchao

    quindi credere corrisponde a tenere un libro sotto il cuscino? credere in Dio è un atto d'amore verso il mondo. La Bibbia è il libro dell'amore. Dio è l'amore.

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    00 14/07/2005 08:58
    uhaz uhaz

    Lupo perchè i templari che facevano uso di quel simbolo lo usavano per farsi riconoscere, ed essi erano chiaramente una setta massonica.

    Aldo non fare di tutta l' erba un fascio, gli stupidi sono d' appertutto, sia tra le file degli atei che tra le file dei credenti.

    Leetcha, ma bibbia libro d' amore? forse il nuovo testamento, ma il vecchio non lo definirei precisamente libro d' amore.
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  • ferdy
    00 14/07/2005 16:51
    labibbia cosa?
    la bibbia il libro dell'amore? e che è, il kamasutra?
    [SM=g27836]









  • unconv
    00 14/07/2005 18:43
    quasi eh? da qlk parte potrebbe perfino sembrarlo

    leggete qui


    [1]Cantico dei cantici, che è di Salomone.
    La sposa
    [2]Mi baci con i baci della sua bocca!
    Sì, le tue tenerezze sono più dolci del vino.
    [3]Per la fragranza sono inebrianti i tuoi profumi,
    profumo olezzante è il tuo nome,
    per questo le giovinette ti amano.
    [4]Attirami dietro a te, corriamo!
    M'introduca il re nelle sue stanze:
    gioiremo e ci rallegreremo per te,
    ricorderemo le tue tenerezze più del vino.
    A ragione ti amano!




    pero' volendo si puo' trovare l'horror, il fantasy, insomma e' un genere letterario molto ibrido
  • Venetus
    00 14/07/2005 19:09
    Re:

    Scritto da: largo.pista 12/07/2005 14.28
    essere atei è impegnativo.
    vorrei dare a mio figlio il libro sacro e dirgli: leggi qui. quello che è scritto risolve i dubbi legati alla tua esistenza. invece per me non è così facile.
    largopista



    Un padre non deve fare scelte religiose per il figlio, deve solo insegnargli a vivere sarà il figlio a scegliere la propria fede se vorrà. Insegnare al figlio a credere o a non credere, è secondo me una delle cose più sciocche che un genitore possa fare, poiché un genitre deve pensare alla felicità del proprio figlio e non volere che il figlio sia come lui vuole.
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    00 14/07/2005 20:45
    ù

    __/\______________________________
    | |
    |Non è facile essere veeerdiiiii !|
    |_________________________________|


    frase principale del servo degli orchi di warcraft (scusate ma se non ci giocate non potete sapere quanto può essere divertente un gioco di strategia)
    Prego, a voi la mossa.



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  • largo.pista
    00 15/07/2005 11:41
    Re: Re:

    Scritto da: Venetus 14/07/2005 19.09


    Un padre non deve fare scelte religiose per il figlio, deve solo insegnargli a vivere sarà il figlio a scegliere la propria fede se vorrà. Insegnare al figlio a credere o a non credere, è secondo me una delle cose più sciocche che un genitore possa fare, poiché un genitre deve pensare alla felicità del proprio figlio e non volere che il figlio sia come lui vuole.



    Non sono d'accordo. un genitore deve impartire l'educazione, e a questo non può sfuggire.
    fra gli argomenti che deve trattare c'è la religione. dico che è difficile per gli atei perché non possono demandare questi insegnamenti ai preti, o agli imam, ma devono provvedere da soli e non hanno certezze da trasmettere ma solo dubbi, difficili perfino da enunciare.

    poi un altro conto è imporre le proprie convinzioni ai figli. anche qui, un conto è dire che sia o meno giusto, un conto è verificare nella realtà che questo è quanto accade nella maggior parte dei casi.


  • Venetus
    00 15/07/2005 17:50

    Non sono d'accordo. un genitore deve impartire l'educazione, e a questo non può sfuggire.



    E cos'ho detto? Che deve insegnargli a vivere!

    Il punto è un altro, finché il problema religioso non tocca il figlio è meglio non forzare. L'unica cosa che posso consigliare è che se alui salta il "pallino" di interessarsi ad una religione, è di informarsi su di essa (se è ateo o agnostico meglio così ha meno problemi [SM=g27828] e spendere meno soldi per i libri [SM=g27828]).


    Prendo un articolo da un sito:

    Tutti i problemi fra genitori e figli nascono dal fatto che per l'educazione ricevuta o per egoismo nessuno accetta il proprio ruolo e pretende ciò che in realtà non gli è dovuto, si mischiano cioè diritti e doveri senza avere la chiave per capirli e separarli secondo giustizia. Questa chiave è il concetto di distacco che sarà fondamentale nel terzo millennio: una coppia ha un figlio, lo educa, il figlio accetta la coppia come genitori, poi, a una certa età, incomincia a fare la propria vita, finché si distacca da loro. Detto così sembra che non ci sia nulla di nuovo. Il problema è che le famiglie (genitori e figli) non riescono a comprendere che tutti i loro rapporti, i loro conflitti e anche il loro amore sono in funzione del distacco. Nel secondo millennio il concetto di distacco era assente o era addirittura negato: si pensi a quanti genitori hanno preteso che i figli vivessero con loro anche dopo che si erano sposati. Il risultato erano incomprensioni a non finire.
    Il distacco è il momento in cui un figlio decide di fare la propria vita, di camminare con le proprie gambe, senza l'aiuto dei genitori. È un momento netto, proprio come per il bimbo che impara a camminare: finché si va ancora a carponi non c'è distacco.

    Grazie al concetto di distacco i rapporti fra genitori e figli diventano chiari: esistono due fasi, prima e dopo il distacco.

    Prima del distacco i genitori decidono della vita dei figli - Se un figlio maggiorenne vuole continuare a studiare servendosi dell'appoggio dei genitori non può nemmeno pretendere di vivere la sua vita. Questa pretesa non è che una forma dello sfruttamento dell'amore dei genitori (pensiamo al figlio ultratrentenne che studia ancora!). Se un ragazzo vuol fare la propria vita si cerchi un lavoro e si distacchi dai genitori; fra le altre cose imparerà sicuramente a crescere e a conoscere la vita, cosa che non potrà certo fare se l'unica preoccupazione della sua giornata è chiedere i soldi per acquistare la macchina, per andare in vacanza o per uscire il sabato sera con gli amici. Un figlio che non ha il coraggio di distaccarsi non può pretendere di insegnare ai genitori come educarlo. Se i genitori sbagliano se ne vada, se non sbagliano accetti la loro educazione, anche se non collima con i suoi desideri.

    Dopo il distacco i genitori non hanno più voce in capitolo sulla vita dei loro figli - È chiaro che l'amore resta immutato, ma deve trasformarsi ed elargire utili consigli, non più ordini. Il caso più classico è quello dei genitori (spesso la madre) che continuano a interferire nella vita dei figli dopo che questi hanno deciso di staccarsi, spesso con la motivazione: "Lo faccio per il tuo bene". Dopo il distacco il genitore deve capire che il figlio ha ottenuto la sua piena libertà (è quindi anche libero di suicidarsi!), non è più un essere che deve essere guidato fra i meandri della vita. Se sbaglia è una sua libera scelta, comunque derivata dall'educazione ricevuta. Anziché continuare a ordinare, il genitore dovrebbe chiedersi dove ha sbagliato nell'educazione. Praticamente questa intrusione la si trova ogniqualvolta i genitori interferiscono nella formazione della nuova famiglia dei loro figli. Il caso della suocera è classico. Nel terzo millennio non ha più senso che la nuova coppia viva con i genitori di lui o di lei: la pratica dimostra che ci sono sempre problemi. Chi accetta l'interferenza dei genitori suoi o del compagno/a ha già messo la prima pietra della propria infelicità. La cosa più comune è che si cerca di risolvere il problema con continui compromessi, quando la soluzione è banale: ognuno per conto suo!



    Io personalmente non vedo il problema, se mio figlio mi dicesse un giorno che ne so... "mi interessa l'induismo", gli direi: "informati!!!".
    Credo che sia la cosa meglio da fare.

    [Modificato da Venetus 15/07/2005 17.52]

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    00 15/07/2005 20:42
    in verità vi dico, chi dà un pesce ad un uomo gli toglierà la fame per quel giorno, chi invece gli insegnerà a pescare gli toglierà la fame per il resto della vita, chi ha orecchie per intendere, intenda.

    [Modificato da °oOSeraphOo° 16/07/2005 8.56]

    Prego, a voi la mossa.



    La speranza è la virtù dei forti.

    Un battito d' ali e sono nel vuoto.
  • Venetus
    00 15/07/2005 21:52
    Re:

    Scritto da: °oOSeraphOo° 15/07/2005 20.42
    in verità vi dico, chi dà un pesce ad un uomo gli toglierà la fame per quel giorno, chi invece gli insegnerà a pescare gli toglierà la fame per il resto della vita, chi ha orecchie per intendere, intenda.



    Seraph, posso solo dirti.
    ESATTO!
    Se torniamo in tema come ho detto io prima se il figlio sa camminare con le proprie gambe perché i genitori gliel'anno insegnato, non sarà difficile "pescare" quello che vuole. Non morirà nell'inazione come l'Asino di Buridano (non decidere è peggio che decidere male). Quindi se dicederà la cosa sbagliata, saprà come comportarsi di conseguenza in futuro.
    Molto spesso si teme x le decisioni sbagliate dei figli. E' giusto però che facciano i propri errori e che imparino da essi per poter imparare a vivere.

    [Modificato da Venetus 16/07/2005 14.20]

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    Rikko82
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    00 11/12/2005 20:50
    quindi chi ha ricevuto unaeducazione non buona si ritroverà con lo fare parte di una religione no buona o comunque piena di errori?
    Rikko82
  • rinata4
    00 11/12/2005 21:12
    Re:

    Scritto da: Rikko82 11/12/2005 20.50
    quindi chi ha ricevuto unaeducazione non buona si ritroverà con lo fare parte di una religione no buona o comunque piena di errori?

    Tutto ciò che è umano è imperfetto e quindi pieno di errori..religioni comprese visto che non sono altro che organizzioni umane che di divino non hanno proprio nulla.
  • Lucifero
    00 12/12/2005 13:38
    Re: Re:

    Scritto da: rinata4 11/12/2005 21.12
    Tutto ciò che è umano è imperfetto e quindi pieno di errori..religioni comprese visto che non sono altro che organizzioni umane che di divino non hanno proprio nulla.



    L'ideale sarebbe poter ricominciare da zero,cioè eliminando dalla propria mente tutto ciò che di falso ci è stato insegnato,la religione esiste,ma haimè [SM=g27829] non è certo quella che ci viene insegnata [SM=g27823] Una cosa sarebbe da prendere in considerazione,una domanda che ogni individuo dovrebbe porsi è questa: [SM=g27829] " Che senso avrebbe tutto ciò che vedo,tutto ciò che ascolto,insomma tutto ciò che mi circonda,se io non esistessi o non fossi mai esistito " allora e solo allora comincerebbe la vera introspezione,altrimenti si rischia di vivere alla cieca e farsi guidare da altri ciechi.
    Ciao
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    massimiliu
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    00 12/02/2006 19:13
    .......
    Ma largo.pista non scrive più?
    Comincia le discussioni e poi non le continua? [SM=g27812]



    ..... e non sai più cosa sia origine di cosa, e talora non sai cosa sia il fiume ancora, e cosa sia già mare...
  • =omegabible=
    00 15/02/2006 18:55
    Re:considerazioni
    Ricordati che la salma è la virtù dei morti!!!!=omegabible=

    Scritto da: °oOSeraphOo° 15/07/2005 20.42
    in verità vi dico, chi dà un pesce ad un uomo gli toglierà la fame per quel giorno, chi invece gli insegnerà a pescare gli toglierà la fame per il resto della vita, chi ha orecchie per intendere, intenda.

    [Modificato da °oOSeraphOo° 16/07/2005 8.56]