PAGANESIMO CELTICO: Maevee

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ValerieLeFay
00giovedì 12 aprile 2007 11:23
Ho iniziato a fare un po' di ricerche su questa affascinantissima figura (vorrei fosse la protagonista del mio prossimo articolo) e quindi volevo proporvi ciò che ho torvato di lei.

Il significato del suo nome è in relazione all'idromele e vorrebbe dire "ubriacatura", "donna ubriaca".
Ciò è in strettissima correlazione all'origine arcaica della figura di Maevee, che infatti era una Dea della sovranità di Irlanda, Dea del centro sacro di Tara.
Il rito della sovranità infatti prevedeva che la Dea del territorio offrisse al re una coppa di idromele e successivamente si offrisse sessualmente a lui per consacrare l'unione del re con la terra.
In seguito essa divenne una semplice regina mortale, ma trattenne in sè le caratteristiche speciali della Dea. Essa poteva correre più veloce di qualsiasi cavallo, si univa a numerosi re ma non rimaneva sposata a lungo con nessuno di essi ed infine portava sempre in braccio o sulle spalle numerosi animali tra i quali figurano soprattutto uccelli e scoiattoli.
Si dice di lei che possa assumere sembianze di giovane fanciulla o di vecchia megera, e si pensa che sia lei la strega che si trasforma in fata nella storia di Niall dai nove ostaggi.
Lei è la figura centrale del poema TAIN BO CUILLAGNE (la razzia del bestiame di Cooley).
La vicenda ha inizio mentre Maevee è a letto col suo consorte del momento, Ailill. Costui vuole dimostrare di avere più possedimenti della moglie e vince solo nominando un toro magico, animale che Maevve non possedeva.
Sdegnata decide di rubare il toro magico di Cooley nell'Ulster e raduna il suo esercito, che guida personalmente, per andare a prenderlo.
Nell'Ulster tutti i guerrieri erano colpiti dalle doglie inferte loro dalla maledizione di Macha e solo CuChulain potè andare contro la regina Maevee che combattè personalmente contro di lui ed alla fine riuscì ad ottenere il suo toro.
Ma quest'ultimo si scontrò con il toro di Ailill in una battaglia furente nella quale i tori si fecero a pezzi vicendevolmente.
Maevee è quindi anche una regina guerriera, collega in lei qualità fertili (in quanto sacralità) e qualità mortifere.
Sarà lei a procurare la morte al marito Ailill per mano dell'eroe ConallCernach.
é una Dea forte e potente, ed una regina non meno risoluta.
Mi affascina moltissimo.

ValerieLeFay
00giovedì 12 aprile 2007 11:31
Un po' di immagini... che secondo me sono da sogno!






Eirnin
00venerdì 13 aprile 2007 12:23
Interessantissimo Valerie! [SM=g27823]
Tralaltro ho notato che in tutte le immagini riccorre la figura del braciere (che forse è più un crogiuolo, non riesco a capire bene)... sai dirci perchè?
O, in alternativa, ci ragioniamo insieme?
ValerieLeFay
00venerdì 13 aprile 2007 15:21
Davvero una bellissima osservazione Eirnin.
Allora. Non so dire il perchè, ma proverò a ragionarci su e sono curiosissima di sapere anche le vostre opinioni.
Dunque:braciere. Esso collega in sè gli elementi del fuoco e dell'aria. Il fuoco trasforma ciò che è dentro il braciere e lo af diventare etereo, spirituale.
Maevee infatti, donando la sovranità è come il fuoco che trasforma un uomo grezzo in un re sacro.
Ed è lo stesso principio del braciere appunto.
E si è detto che Maevee è collegata al fuoco.

Il braciere potrebbe anche essere un calderone in miniatura.
Ed il calderone è collegato alla fertilità (simbolo primario di Maevee in quanto Dea del territorio), ma anche alla saggezza e all'intuizione (tutte qualità legate all'elemento aria) ed al nutrimento.
Maevee in quanto Dea della sovranità della Terra, unendosi a colui che diverrà re sacro permette che la terra sia fertile, quindi abbondante e produttiva.

Nella prima figura in aprticolare porta le armi ed ha innanzi a sè il bracere fumante. Una perfetta sintesi della sua doppia natura di guerriera e Dea della Terra fertile.

Questo è ciò che è venuto in mente a me.
Cedo a voi la parola!

Eirnin
00sabato 14 aprile 2007 02:15
Sono d'accordo con te!
Il più il braciere visto anche come "crogiuolo" ha l'attitudine di separare gli scarti dalla sostanza "pura" e di conseguenza, appunto, purificare nel senso di... nobilitare la materia.

Oddio, sono le due di notte e fatico a trovare le parole. Se non sono stata chiara ditemelo che ci riprovo :P

Mo filo a letto che è PIU' meglio.
-Elbereth-
00sabato 14 aprile 2007 16:21
Vi ringrazio per le informazioni su questa dea di cui sapevo davvero poco e nulla. E' bello vedere come nella tradizione celtica siano presenti queste dee forti, fertili e agguerrite allo stesso tempo. Un grande esempio di indipendenza e coraggio per noi donne d'oggi.

Riguardo al braciere, anche io lo vedo come un piccolo calderone, uno strumento in cui si distrugge la materia per trasformarla in braci e fumo...essenza eterea che raggiunge il cielo. Abbiamo quindi il fuoco sacro, fuoco dell'ispirazione e della creazione ma anche della distruzione e infine l'aria, elemento che porta messaggi ai mondi superiori, elemento etereo ma anche legato all'intelletto. Mi vengono in mente le associazioni elementi-semi dei tarocchi. L'aria è collegata al seme delle spade...spade che si ricollegano all'aspetto di guerriera di Maevee e della Dea in generale.
ValerieLeFay
00domenica 15 aprile 2007 13:32
Cara Elb, mi piace molto la tua associazione elementi/lame dei tarocchi!
Il fuoco invece a che lame è legato?
Ammetto di saperne poco, e tutto è utile per approfondire.Magari vengono fuori assonanze interessanti.
Come per esempio quello già da te citato.
[SM=g27838]

-Elbereth-
00domenica 15 aprile 2007 17:34
I bastoni sono solitamente legati al fuoco in quanto rappresentano la creatività, l'energia pura, l'entusiasmo, il desiderio. E' un seme molto attivo e mascolino! La regina di bastoni non è certo una che rimane zitta o passiva [SM=g27822] In genere è una persona molto creativa, generosa, che sa cosa fare per aiutare sè stessa e gli altri. Nel mazzo che sto studiando ora (e che mi ha già catturata! [SM=g27836] ) la regina di bastoni è Dindrane! Ma ora non vado troppo OT...scusa Violet!
ValerieLeFay
00martedì 8 maggio 2007 09:30
Vi riporto il testo dell'articolo che ho scritto su Maevee. Ovviamente lo trovate anche sul sito di Violetta [SM=g27822]
Vi ringrazio per gli spunti ed i suggerimenti, senza di essi non sarei riuscita a scriverlo come l'ho scritto.
Davvero grazie a tutte.

(La parte introduttiva prende ispirazione dalla prima immagine di Maevee presente in questo post. )

MAEVEE LA SOVRANITà D'IRLANDA

I suoi occhi penetrano in profondità nel tuo sguardo.
Languidi ed annoiati ti scrutano mettendoti alla prova.
Hai il coraggio necessario per sostenere quegli occhi?
Per cercare di sfiorare il suo corpo sinuoso ma stabile come roccia?
Lei è donna che conosce la lotta, che comanda lo scontro.
Lei è donna che dona la vita, che offre l’amore.
È dolce e terribile.
È un legame sacro.
Ella attende come un felino pronto al balzo.
Nell’unione con lei il tuo destino si compirà.


Lei è la potente Dea della sacra terra di Irlanda. Da Tara, centro magico dell’isola di smeraldo, domina la provincia del Connaught.
Nessun uomo può esserne il re se non viene scelto da lei.
In questa Terra il suo nome è Maevee. Essa è la Dea del territorio, incarna l’essenza stessa della terra.
Tramite il rituale delle nozze sacre Essa lega il sovrano alle arcaiche armonie, non più un comune Re Mortale, ma un uomo investito di divinità.
Il suo nome si fa derivare dalla parola inglese Mead che significa “ubriacatura”, “donna ubriaca” ed è in relazione con l’idromele, bevanda essenziale nel rituale della Sovranità.
Esso era infatti suddiviso in tre fasi.
In un primo momento la Dea della Sovranità serviva ad il prescelto una coppa di idromele per sancire il legame tra loro.
Nella seconda fase, la più importante, il Re e la Dea giacevano insieme ed in quell’atto magico ed appassionato al Re venivano conferiti i doni promessi. La donna elargiva potenza, lo spirito del sovrano veniva elevato e trasmutato.
Il riconoscimento di ciò avveniva nell’ultima fase del rito, nel momento in cui il Re veniva in contatto con la Lia Fail, la pietra del destino che aveva la capacità di emettere un suono acutissimo nel momento in cui il legittimo Re, l’Ard Rì, avesse posto il suo corpo su di essa.

Il simbolo più importante della Sovranità, con il quale Maevee viene sempre ritratta, è il braciere, od il calderone.
Il braciere e la Dea sono parti l’uno dell’altro, essi partecipano della medesima essenza, agendo allo stesso modo.
Il braciere tramuta la materia grezza in materia aleatoria che, salendo verso il cielo in volute di fumo, diviene spirituale.
Così come il fuoco delle braci commuta la materia in aria sottile, così l’animo del re viene mutato dalla Sovranità. Tutto ciò che era in lui si fonde in un’ essenza nuova pronta ad accogliere il divino.
Egli viene rinnovato.
Ma non solo.
Il braciere, in quanto piccolo calderone rappresenta abbondanza e fertilità ed infatti nella hyerogamia la prosperità della terra viene garantita, il suo benessere è protratto. Durante il regno del sovrano divino nessuna carestia potrà abbattersi nella regione, il cibo non verrà mai a scarseggiare, gli abitanti saranno sempre in armonia e vivranno in felicità. La pace li abbraccerà.
Ma qualora esso perdesse le sue capacità, il suo coraggio, la sua dignità, la sacralità sarebbe a lui tolta, egli non potrebbe più garantire il benessere alla sua popolazione, la terra diverrebbe arida, le battaglie sarebbero lo sfondo perenne del suo regno ed insieme a lui tutto perirebbe.
Lei elargisce i suoi doni, ma non lo fa senza discernimento.

La Sovranità poteva apparire bella o brutta, a suo piacimento.
Si narra che fosse Maevee stessa ad essere comparsa sotto forma di vecchia megera a Niall dai nove ostaggi, e dopo essersi accoppiata con lui, che non l’aveva rifiutata nonostante la sua laidezza, si mutò nella più bella creatura mai vista e tramite lei Niall divenne Re.
L’aspetto oscuro della Dea rappresentato dalla megera è come il lato oscuro della luna che non mostra se stessa nel cielo, che volge se stessa per ritornare come falce crescente luminosa ed affascinante, pronta per tramutarsi in splendida perla sovrana nella sua pienezza.
Ma non solo.
Il suo mostrarsi brutta oltre ogni dire rappresenta una prova importante per l’uomo, un monito per i tempi difficili.
Infatti assumere su se stessi il potere che la sovranità offre comporta a volte delle scelte non facili, confronti duri, sofferenze.
Ma se invece di fuggire da esse il sovrano rimarrà saldo e coraggioso e le affronterà accettandole, esse apporteranno linfa vitale al regno ed al sovrano stesso.
Da amari bocconi si trasmuteranno in dolcissimi frutti.

Ma da potente Dea Maevee fu relegata, nella tarda mitologia, a semplice regina mortale.
Tuttavia il suo ruolo non diminuì di importanza poiché le caratteristiche divine non poterono essere tolte dalle sue possenti mani.
Le sue imprese ed il suo carattere vengono descritti nel TAIN BO CUILLAGNE (la razzia del bestiame di Cooley).
La regina ci viene descritta come una donna da caratteristiche sovraumane, essa è in grado di correre più veloce di qualsiasi cavallo, sulle spalle e tra le sue braccia vi sono sempre animali ed in particolare le è caro lo scoiattolo, del quale si dice possa assumere l’aspetto.
Essa non ha un marito fisso, ma giace con chi le aggrada e per quanto tempo lei voglia. Si dice di lei che ceda a chi desideri il favore delle sue cosce.
La vicenda del Tain Bo Cuillagne vede Maevee contrapposta al marito del momento, Ailill.
Essa non lo ha scelto a caso, ma poiché egli era l’unico ad avere in se le caratteristiche che Maevee si aspetta di trovare in un marito degno di lei.
Citando il testo della razzia essa infatti dice:
“Pretesi il dono di nozze più raro che mai donna avesse preteso in tutta Eriu: che il mio sposo non conoscesse meschinità, gelosia e timore. Se avessi sposato un uomo meschino, sarebbe stato un connubio sbagliato, perché io sono molto generosa e munifica.
Se fossi stata più libera del mio sposo, sarebbe stata un’onta, non così se lo fossimo stati entrambi.
Se il mio sposo fosse stato un pavido, la nostra unione sarebbe stata altrettanto sbagliata, perché io prospero in ogni tipo di battaglia e contesa.”
Ed ancora : “Non ho mai avuto un uomo senza che un altro aspettasse nella sua ombra”.
Emerge qui il carattere forte ed estremamente volitivo della regina, ciò che fa di lei ben più di una comune donna mortale.
Ma tornando allo svolgersi della vicenda, mentre i due sono a letto insieme Ailill inizia a numerare i suoi possedimenti, asserendo di averne di maggiori rispetto alla sua regina.
Ma ad ogni possedimento di Ailill Maevee ne contrappone uno suo.
Finchè egli non menziona un toro bruno sommamente possente e dalle magiche qualità.
Non possedendo tale animale Maevee perde momentaneamente la disputa, ma non dandosi per vinta riesce a scoprire che nella provincia dell’Ulster si trova un toro bianco paragonabile a quello di Ailill. Così la regina raduna il suo esercito, e ponendosi a capo di esso parte verso l’Ulster decisa a rubare il toro per se stessa.
In quel momento gli eroi dell’Ulster erano colpiti dalla maledizione della dea Macha per la quale essi dovevano subire i dolori delle doglie ogni qual volta un nemico attaccasse le loro terre. Quindi il solo eroe Cu Chulain, immune da tale sortilegio, potè schierarsi a favore dell’Ulster per cercare di fermare i piani della risoluta regina.
In campo aperto è la stessa Maevee a combattere contro Cu Chulain riuscendo infine a conquistare il toro, ma la vicenda ebbe esito negativo in quanto, portato il toro nel Connaught e messo a confronto con il toro di Ailill le due bestie iniziarono una cruenta lotta e si uccisero a vicenda.
Né Maevee né tantomeno Ailill poterono vantarsi di avere il toro più possente.
Ma Ailill non rimase molto a lungo nelle grazie di Maevee ed esso fu fatto da lei uccidere dall’eroe Conall Cernach nella notte di Beltane.
La sovranità aveva abbandonato il suo Re.

Ma anch’essa era destinata a perire sotto il giogo della nascente cristianità, che non vedeva di buon occhio gli antichi rituali tradizionali né tantomeno poteva sopportare una donna così indomita e libera, seppur presente in racconti mitologici.
Un manoscritto dell’ XI secolo ci dice che essa venne uccisa dal nipote Furbaidhe, per vendicare la madre Clothra, uccisa da Maevee.
E la sua fine è la più ignobile e meschina possibile.
Ad eliminarla fu un pezzo di formaggio indurito lanciato da una fionda.
La grandezza della Sovranità, ed il rispetto per essa, furono definitivamente sepolte.

Fonti:
“Dizionario delle Dee e delle eroine” Patricia Monaghan Red edizioni
“Dizionario di mitologia celtica” Miranda Green
“Il vischio e la quercia” Riccardo Taraglio
“La femmina sacra” Maureen Concannon
“King Arthur and the Goddess of the land” Caitlin Matthews
“Le vergini arcaiche” Leda Bearnè

Niviene
00giovedì 17 maggio 2007 14:23
Do un mio piccolo contributo a questa bella discussione inserendo alcune parti di quanto scritto sul Tain Bo Cuailnge nell'introduzione,che io ho trovato interessanti, sia su Maeve che anche sui "dolori" degli Ulaid:

Dal "Tain Bo Cuailnge" Edito da Adelphi
dall'introduzione a cura di Melita Cataldi

"La misteriosa prostrazione che rende periodicamente inattivi gli uomini degli Ulaid è lo stato di debolezza che sopraggiunge alla festa di Samhain e ha termine con Imbolc: coincide con i tre mesi invernali del calendario gaelico (periodo durante il quale non si compivano mai razzie a causa del clima e delle condizioni delle mandrie). Quella coincidenza associa la paralisi degli uomini all'immmobilità della natura, all'arresto delle energie generatrici durante l'inverno. (...) Quella paralisi è una punizione inflitta agli uomini da Macha, Dea connessa con la sovranità, alla terra e alla fertilità degli Ulaid.(...) Questo racconto-che conserva forse la traccia di un rito stagionale di propiziazione nel quale viniva proscritto ai guerrieri un periodo di tregua e inattività-evoca dunque una violenza compiuta nei confronti della Dea della fecondità.
(ma veniamo a Maeve, qui detta Medb)
Causa della spedizione è la sua ferma volontà di non essere inferiore al marito (...) Medb intende confermare un capovolgimento, già da lei messo in atto, di quelli che nel mondo gaelico erano considerati "ruoli naturali", poichè non era previsto un potere politico femminile. Donn (il toro) non solo ha fama di essere il più forte di Findbenn (il toro di Ailill), e Medb vuole non solo impossessarsi del toro ma metterli a confronto perchè il suo toro prevalga. Il fatto che l'autorità sia nelle mani di Medb è un elemento di disordine, causa prima di ogni disastro. (...) La figura di questa ambiziosa regina sembra sia nata dall'"umanizzazione" di una più antica regina Medb dea della sovranità che si unisce ad ogni nuovo sovrano. Nella concezione celtica, il sovrano all'atto di assumere il suo ruolo, sposa simbolicamente la terra con un matrimonio sacro rendendola fertile e ricevendone legittimazione. Con l'affievolirsi , in una cultura critianizzata, della memoria di tale concezione, Medb diventa una donnna che pretende di essere sovrana e si accoppia con vari principi. (...) L'inversione dei ruoli, motivo essenziale dell'intera storia, risulta più evidente considerando che il racconto di una razzia solitamente narrava la spedizione di un eroe alla conquista di una mandria di mucche come dote per la ottenere una giovane sposa. Qui invece è una donna a prendere l'iniziativa. (...) La prostrazione periodicamente imposta dalla Dea ai guerrieri, simile alle doglie del parto, fa al contrario, riferimento alla fecondità della donna e alla fertilità della terra. (...) Entrambi i racconti riguardano eventi ciclici e la rottura di una armonia. Il conflitto si svolge come confronto tra un paese retto da una donna che ha assunto un ruolo allora "virile" e un paese retto da un uomo colpito da una spossatezza femminile. (...) Medb è su più fronti destabilizzante: usurpa il ruolo regale, maschile, non rispetta le regole di guerra poichè agredisce il nemico approfittando della sua prostrazione, provoca morte anche tra i propri uomini, non esita a promettere "i favori delle sue cosce", e a sfruttare le attrattive della figlia Findabair, che morirà di vergogna. CuChulainn (n.b.: eroe solare, maschile, della storia in questione) per essere fedele al suo ruolo, resiste con ogni mezzo agli attacchi nemici e riesce ad incanalare il furore che lo assale (...) egli non fa che imporre divieti rituali, regole di combattimento, Medb non fa che trasgredire agli impegni e divieti.(...) Come sovrana è usurpatrice di potere, come guerriera subisce l'onta finale di chiedere al nemico che le sia fatta salva la vita, come razziatrice di bestiame e ricchezze va incontro allo scacco."
L'autrice di questa introduzione fa notare come il testo sia stato trascritto in un epoca di invasioni, di guerre terribile e particolarmente violente e in una società cristiana (e quindi patriarcale).
Come al solito le antiche figure femminili, divine e potenti, vengono sovvertite e rappresentate come portatrici di morte, disatro, personaggi oscuri, lunari, ingannevoli, pur non potendo essere completamente deprivate del loro ruolo antico di sovrane portatrici di regalità, le quali però nella nuova concezione patriarcale e guerriera devono lottare per mantenere il loro antico ruolo (e immancabilmente perdono con gli eroi solari semidei, portatori di luce e ordine).

Invece prendendo il testo "moderno" di Morgan Llywelyn "I guerrieri del ramo rosso", che riprende sempre la storia di CuChulainn e Medb, riporto questo brano:
(dice la Morrigan) " la mente umana è uno di quei modelli del cosmo, con la sua polarità tra quelli che si potrebbe definire principio maschile e e femminile. Il maschio, come il Sole, riversa energia creativa e la femmina, come la Terra, la assorbe e la trasforma. LA distruzione si verifica quando tale polarità viene sconvolta, perchè le sue tensioni equilibrate forniscono la coesione che tiene insieme l'Universo. Per qualche strana ragione, per parecchie migliaia di anni gli umani si sono sforzati di conferire supremazia alla forza maschile, relegando in posizione secondaria quella femminile. Una cosa pericolosa, naturalmente, e come Maeve comprendeva a livello intuitivo... ma cercando di stabilire l'equilibrio ha scambiato il suo opposto per il nemico"
Qui quindi Maeve viene posta come colei che cerca di ristabilire le Antiche Armonie, e quindi come portatrice e custode di esse.

stregaviolet )O(
00giovedì 17 maggio 2007 16:12
Sì, e mi viene da aggiungere che, al di là di tutto, Medb aveva anche ragione a cercare di riportare un'Armonia precedente, sottomettendo il suo sposo. Non dimentichiamo che lo sposo era l'uomo ed era figlio della Madre. La Sovranità gli concedeva i suoi doni e favori solo se lui fosse stato degno e avesse rispettato la Divinità racchiusa e manifestata nella Terra.
E non voglio dire che la Dea è superiore all'Essenza maschile, ma voglio dire che sicuramente l'uomo in sè è inferiore alla Divinità Femminile (o maschile che sia, ma parliamo di quella femminile).
Anche gli sciamani quando diventavano tali dovevano sposarsi con l'Essenza femminile e puramente selvatica della Natura, e questa era spesso simboleggiata dal loro stesso tamburo, costruito con legno e pelle animale (quindi appartenenti alla Madre), che diventava una sorta di sposa per loro.

Si tratta di una rispettosa e amorevole unione tra l'uomo e la Sovranità, ma è quest'ultima che nega la propria prosperità se l'uomo si comporta male.
Quindi Medb/Maeve, che è una memoria della Sovranità, viene umanizzata e dipinta come una usurpatrice che tenta di sottomettere gli uomini, ma se la consideriamo come una antica Dea allora vedremo che questo suo modo di agire è più che giusto. E' la Sovranità che non si rassegna alla perdita del potere nel mondo degli uomini. Ella E' il potere che non viene più riconosciuto e viene calpestato e infangato.
E' normale una sua ribellione drastica.

Come la stessa Arianrhod delle leggende gallesi che in tutto e per tutto si oppone alla perdita della propria libertà di essere, alla propria libertà di Dea, perchè non può accettare di venir "catalogata" come "non più Vergine" solo perchè ha rapporti amorosi (la Verginità era ben altro) e soprattutto non può accettare che sia un uomo a sancire questo.

Non so se sono stata chiara, spero che capiate cosa intendo dire.
Grazie infinite del pezzo Niviene, è molto interessante, e come vedi, fertile di discussioni! [SM=g27823]
Violet

Jacklin
00venerdì 18 maggio 2007 15:14
Bellissima discussione,come le vostre risposte,tra l'altro ricche di spunti e di notizie non poco interessanti.
Il pezzo di valerie è semplicemente meraviglioso,ma una parte in particolare mi ha colpita ed attirato la mia attenzione:

Il simbolo più importante della Sovranità, con il quale Maevee viene sempre ritratta, è il braciere, od il calderone.
Il braciere e la Dea sono parti l’uno dell’altro, essi partecipano della medesima essenza, agendo allo stesso modo.
Il braciere tramuta la materia grezza in materia aleatoria che, salendo verso il cielo in volute di fumo, diviene spirituale.
Così come il fuoco delle braci commuta la materia in aria sottile, così l’animo del re viene mutato dalla Sovranità. Tutto ciò che era in lui si fonde in un’ essenza nuova pronta ad accogliere il divino.Egli viene rinnovato.


Leggendo questo tratto,mi è venuta in mente uno strano collegamento.Non so se sia una teoria "campata per aria",ma la posto lo stesso per sapere cosa ne pensate.
Il fuoco,in questo caso rappresenta il mezzo,grazie al quale il Re(per intercessione della Dea)viene elavato ad un piu ampio e profondo livello spirituale.
La fiamma del fuoco è alimentata dalla terra(il combustibile)bruciando e fondendosi con l'aria nella quale è presente il vapore acque.
La combustione simboleggia la rinascita,il rinnovamento,durante il quale tutti e quattro gli elementi si congiungono armoniosamente fra loro.
Quindi non solo le fiamme mutano la materia,come la Dea con l'animo dell'uomo,ma hanno anche valore(dato la combinazione armonica degli elementi)di completezza ed equilibrio,tutte caratteristiche riconducibili alle Madre.





stregaviolet )O(
00venerdì 18 maggio 2007 21:00
Sì, si potrebbe dire così.. più che altro le fiamme oltre a rigenerare e trasformare come diceva già Valerie, sono simboleggiano il collegamento tra il cielo e la terra, ovvero tra il Divino e l'umano. Le fiamme salendo verso l'alto, e formando la linea perfetta di fumo che sale verso il cielo, diventano l'axis mundi e il mezzo di comunicazione tra le sfere sottili e quelle manofeste (ma forse lo avevo già detto proprio in questa discussione, se si me ne scuso).

In riferimento a Maeve il braciere potrebbe proprio essere la rappresentazione di ciò che mette in comunicazione il Divino con l'Umano. Oltre che il chiaro simbolo della trasformazione, in quanto contiene il Fuoco.
Inoltre il braciere ha forma tonda e richiama il calderone. Il fatto che il fuoco bruci all'interno potrebbe essere un simbolo dei Misteri Femminili e dell'alchimia femminile, che per mezzo di pratiche segrete dovrebbe far giungere le fortunate Donne ad accendere un misterioso Fuoco al centro di un Calderone, ovvero nella Ventre...
Coloro che sono in grado di accenderlo potranno essere trasformate dall'interno e purificate per divenire divine, perfette Sacerdotesse della Dea. Ma sicuramente questo comporta moltissimo lavoro e fatica e la conoscenza di quelle pratiche che potrebbero condurre a questa trasformazione (probabilmente scomparse o inconoscibili al giorno d'oggi).




"Oltre ogni tempo e tuttavia nel cuore del tempo."
"C'è più mistero in un pallido raggio di luna sulla corteccia di un albero che in tutta l'esistenza degli uomini."

Haria

Il Tempio della Ninfa

[Modificato da stregaviolet )O( 18/05/2007 21.05]

ladyoxum
00sabato 27 giugno 2009 01:29
signora degli elyllon del nord
Approfitto per postare questo saggio perché ho trovato una strada in un bosco molto bello e stsera verso le 19 dopo il lavoro sono andata ad offrire una candela, delle rune intagliate su legno, una pietra di luna e una giada, una spiga di lavanda, un tralcio d' edera, una spiga di artemisia e dieci amaretti alla Regina Mab per chiederle di mandare sogni d' amore a me e al mio amato e di farmi avere sue notizie.


' Anche se non si ritrova il nome della potente Regina Mab il suo spirito è presente nelle leggende arturiane.
E' una delle regine Regina del Piccolo Popolo. Nella tradizione celtica, la Regina Mab era anche nota come Regina Maeve. "Maeve" significa idromele e si dice che Mab diede questo vino come simbolo del suo sangue a tutti i suoi consorti. Nel Warwickshire, la parola "Mabled", sta a voler dire "condotto fuori dalla strada dalle fate o folletti." Nella lingua gallese, il Cymric, Mab fu definita come "la piccola bambina." oltre che "Regina Lupo."
Nella mitologia, Mab era l'entità che garantiva il contatto tra i mondi. Fu venerata anche come Dea dei guerrieri nel ciclo di Ulster. Il suo aspetto di madre/guerriera era fortemente associato alla Tripla Dea Madre. La festa Pagana di Mabon fu ed è celebrata in suo onore, ogni anno all'Equinozio Autunnale (21 settembre). Durante questa ricorrenza chi voleva diventare Re doveva invocare la potente Regina Mab ed essere invitati dal potente spirito a bere il suo idromele. Questo avrebbe assicurato al Re una moglie, dei figli e una iniziazione ai misteri delle donne.
La Regina Mab ha catturato la fantasia di molti scrittori che hanno bloccato il suo magico essere nei loro componimenti. Ne è un esempio il monologo di Mercuzio in "Romeo e Giulietta" di Shakespeare:

Vi racconterò della REGINA MAB... Lei è la levatrice delle fate e viene in forma non più grossa di una pietra d'agata sull'indice di un assessore ed è tirata da un equipaggio di piccoli atomi sui nasi degli uomini mentre sono addormentati .

La sua carrozza è un guscio di nocciola, lavorata da uno scoiattolo o da un vecchio lombrico, che da tempo immemorabile sono i carrozzieri delle fate. I raggi del cocchio son fatti di lunche zampe di ragno, il mantice di ali di cavallette, le redini della più lieve ragnatela.... I finimenti degli umidi raggi della luna, la sferza d'osso di grillo e la frusta d'una pellicola! Il cocchiere, nato dal dito pigro di una fanciulla, è un minuscolo moscerico grosso meno della metà di un verme...

E in questo stato ella galoppa tutta la notte dentro i cervelli degli amanti...che poi sognano AMORE, sulle ginocchia di cortigiani...che subito sognano riverenze, sulle dita di avvocati...che poi sognano parcelle, e sulle labbra delle signore...che subito sognano Baci e che Mab, adirata, copre spesso di bolle perchè il loro fiato sà troppo di dolci! A volte và galoppando sul naso di un cortigiano alchè lui sogna il profumo d'una supplica, e a volte corre sul collo di un soldato così lui sogna di tagliare gole straniere, imboscate, brecce, lame di Spagna e brindisi profondi cinque tese. E poi di colpo lo tambureggia sull'orecchio, e lui sobbalza, si sveglia e, così atterrito, sacramenta una preghiera o due e poi cade di nuovo addormentato.

Questa è la stessa Mab che di notte arruffa la criniera dei cavalli e nei luridi e sporchi crini impasta riccioli d'elfo, che una volta sdipanati...portano sfortuna! Questa è la strega che quando le ragazze giacciono sulla schiena, lei ci monta sopra in tal modo, insegnando loro come si fa e rendendole donne di buon portamento, QUESTA..................Ma basta basta BASTAAAA!!!!...................IO parlo di niente! Anzi, di sogni, che son figli di un cervello pigro, da niente generati se non dalla vana fantasia, che è di sostanza sottile come l'aria e più incostante del vento, che ora corteggia il petto gelato del Nord e poi, irritato, sbuffa via di lì e volge il lato al rugiadoso Sud..........................Mercuzio

(William Shakespeare, Romeo e Giulietta)



Act I, scene IV
Mercutio:


Oh, then, I see queen Mab hath been with you.
She is the fairies' midwife; and she comes
In shape no bigger than an agate stone
On the forefinger of an alderman,
Drawn with a team of little atomies
Athwart men's nose as they lie asleep:
Her waggon-spokes made of long spinners' legs,
The cover, of the wings of grasshoppers;
Her traces of the smallest spider's web;
Her collars of the moonshine's watery beams;
Her whip of cricket's bone; the lash of film:
Her waggoner a small grey-coated gnat,
Not half so big as a round little worm
Prick'd from the lazy finger of a maid:
Her chariot is an empty hazel-nut,
Made by the joiner squirrel, or old grub,
Time out o' mind the fairies' coach makers.
And in this state she gallops night by night
Through lovers' brains, and then they dream of love:
On courtiers' knees, that dream on court'sises straight:
O'er lawyers' fingers, who straight dream on fees:
O'er ladies' lips, who straight on kisses dream:
Which oft the angry Mab with blisters plagues,
Beacause their breaths with sweetmeats tainted ares.
Sometimes she gallops o'er a courtiers' nose,
And then dreams he of smelling out a suit:
And sometimes comes she with a tithe-pig's tail,
Tickling a parson's nose as 'a lies asleep,
Then dreams he of another benefice:
Sometimes she driveth o'er a soldier's neck,
And then dreams he of cutting foreign throats,
Of breaches, anbuscadoes, Spanish blades,
Of healths five fathom deep: and then anon
Drums in her ear: at which he starts, and wakes;
And, being thus frighted, swears a prayer of two,
And sleeps again. This is that very Mab
That plats the manes of horses in the night;
And bakes the elf-locks in foul sluttish hairs,
Which, once untangled, much misfortune bodes.
This the the hag, when maids lie on their backs,
That presses them, and learns them first to bear,
Making them women of good carriage.
That is she...' [SM=x728032] [SM=x728025]
ladyoxum
00sabato 27 giugno 2009 01:44
aggiornamento su Mab
Anche Percy Bissey Shelley, che come molti sanno fu attratto dall' esoterismo, rimase affascinato dalla figura della Regina Mab:

Già i suoi due primi carmi maggiori Queen Mab (La regina Mab) e Alastor, or the spirit of the solitude (Alastor, o lo spirito della solitudine) offersero al poeta una ricca occasione di esprimere in stanze appassionate la sua opposizione accanita contro la corruzione della Chiesa, dello Stato e della società.



La regina delle fate conduce col suo cocchio l'anima di Janthe, che qui sulla terra ha perduto la fede in una Provvidenza giusta e saggia, attraverso tutti gli spazi dell'universo per chiarirgliene tutto il disegno. La invita a dare uno sguardo nella storia, a scrutare indietro nel passato, a considerare il presente; ma l'uno e l'altro le appaiono spaventevoli e senza conforto, e Janthe arriva alla disperazione, allorché spinge l'occhio verso il futuro.



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