La Strategia di Brunetta premiata dagli Italiani

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Pilbur
00lunedì 4 agosto 2008 15:08
Renato Brunetta come Charles Bronson. Il nostro ministro della Pubblica amministrazione come il Giustiziere della notte di trentacinque anni fa. Il professore di economia che utilizza internet con la stessa forza con la quale Charles, alias Paul Kersey, maneggiava un calzino pieno di monetine. Ma cosa sta succedendo nella sonnacchiosa Italia dei dipendenti pubblici? Scritte sui muri che un tempo recitavano la sanguinosa prassi del politicamente assurdo e che oggi inneggiano alla lotta «contro i fannulloni». Impiegati che reclamano la Finanza perché nel loro ufficio i colleghi sono in pausa caffè da tre anni. L’infermiera che denuncia ai carabinieri la latitanza del suo intero reparto. E ancora. Nel mese di luglio, secondo il «giustiziere de corso Vittorio», l’assenteismo è calato del 30 per cento. Anche i più critici ammettono l’effetto Brunetta. La lotta agli sprechi arranca: Camera e Senato continuano ad elargirsi bilanci da favola. Le autonomie locali sono lì che si moltiplicano. Ma i 3,6 milioni di dipendenti pubblici tremano. Brunetta è riuscito laddove Visco ha fallito. Ci spieghiamo meglio. Il ministro della Pubblica amministrazione ha conquistato l’affetto popolare. Le sue battaglie per un servizio pubblico degno di questo nome hanno avuto effetto. Ha adottato una politica semplice, dei piccoli passi, di annunci realizzabili, ha detto ciò che tutti pensavano. Non ha creato un nemico, il pubblico dipendente in sé, ma ha cercato di isolare un fenomeno insopportabile: l’assenteismo ingiustificato, la mancanza di merito, il todos caballeros dei nostri civil servants. Visco, l’ex uomo forte delle finanze di Romano Prodi, ha giocato una partita simile. Ma ha ritenuto di individuare un nemico ben preciso: l’evasore fiscale. E si è mosso, anche egli, come un bulldozer. Annunci e punizioni esemplari: da Valentino Rossi ai furbetti di Gnutti e company. Ha però commesso un grande errore, pensando che a pagare il prezzo della rivoluzione fiscale dovessero essere proprio coloro che il fisco lo pagavano già. Mutando il campo, sarebbe come se Brunetta sparasse nel mucchio, pretendesse le visite fiscali anche per coloro che sono al lavoro: un controsenso. Certo la battaglia fiscale ha un grado di difficoltà diversa. Chi non riceve uno scontrino talvolta ha un atteggiamento di complice comprensione con l’evasore, del tipo: «Eh sì, siamo tutti stritolati dal fisco predatore». È difficile invece che il cittadino in fila ad uno sportello abbia la benché minima comprensione verso la lentezza burocratica. Nell’antropologia di un’Italia male abituata è più sopportabile un evasore di un fannullone? Entrambi, in realtà, scaricano sulla collettività il loro comportamento vizioso. Più direttamente il fannullone dell’evasore: ma alla fine il risultato è il medesimo. Visco contro Brunetta, evasori contro fannulloni. Limitiamoci per il momento a sospendere il giudizio e ad affrontare la realtà. Anche le forze in campo, a pensarci bene, non sono molto diverse. 3,6 milioni sono i dipendenti pubblici, oggetto delle attenzioni di Brunetta. Pensiamo forse che la platea dei potenziali evasori sia superiore? Probabilmente no. Ma ciò che più conta, appunto, è il risultato. La battaglia di Brunetta ha un consenso generalizzato. Il che non le attribuisce ipso facto la patente di bontà. Ma rende l’idea del livello di sopportazione a cui si era arrivati. Lo Stato italiano da una parte preleva il 50 per cento del nostro reddito (il 43 per cento è il dato che non comprende l’evasione) e dall’altra con gli stessi quattrini alimenta una burocrazia che dà pessima prova di se stessa. In fondo sono le due facce della stessa medaglia: Testa Brunetta e Croce Visco. Il lato preso dall’esecutivo è quello di non toccare per ora la Croce (ahinoi poche riduzioni fiscali sono previste nei prossimi tre anni), ma almeno si scommette sulla testa. Si pensa cioè di accomodare quel legame tra costi dello Stato e servizi resi ai cittadini. È un primo passo. È facile da capire. Per questo Brunetta si merita il suo successo.

Da Il Giornale
princepsoptimus
00lunedì 4 agosto 2008 16:21
Che articoli umoristici... dovrebbero passarli ai comici... XD XD
Pilbur
00lunedì 4 agosto 2008 17:03
Quel punto solletica il tuo umorismo?
princepsoptimus
00lunedì 4 agosto 2008 17:25
Re:
Pilbur, 04/08/2008 17.03:

Quel punto solletica il tuo umorismo?




No, è "il giornale" che sollecita il mio umorismo... oltre a Brunetta ovviamente... [SM=x751525]
Pilbur
00lunedì 4 agosto 2008 17:35
Perche' non partecipi anche tu al concorso per trovare la vignetta piu' feroce con brunetta, indetto da lui stesso? [SM=x751525]

La cosa piu' divertente e' che possono partecipare i dipendenti pubblici, ma ha specificato che lo devono fare solo nelle pause autorizzate, a casa o in malattia [SM=x751605]
princepsoptimus
00lunedì 4 agosto 2008 18:04
Re:
Pilbur, 04/08/2008 17.35:

Perche' non partecipi anche tu al concorso per trovare la vignetta piu' feroce con brunetta, indetto da lui stesso? [SM=x751525]

La cosa piu' divertente e' che possono partecipare i dipendenti pubblici, ma ha specificato che lo devono fare solo nelle pause autorizzate, a casa o in malattia [SM=x751605]




Doveva far ridere? [SM=x751574]
..SpartaK..
00lunedì 4 agosto 2008 22:38
non posso fare a meno di riflettere sul fatto che brunetta oltre a fare il ministro è anche docente universitario ed eurodeputato... e possiamo vederlo in tutti e tre i casi come dipendente pubblico...
accidenti ma ha tre incarichi! allora visto che fa il ministro sarà assenteista al 100% come eurodeputato e professore, o magari si mette in malattia... eppure ho come la sensazione che gli stipendi li percepisca tutti

intendiamoci, sono d'accordo con il tentativo di incrementare l'efficenza della pubblica amministrazione combattendo l'assenteismo e i dipendenti bighelloni, ma io vedo situazioni altrettanto squallide in certe università, dove ti prendi una cattedra solo se sei amico o parente delle persone giuste, dove fai fare tutto agli assistenti di corso mentre sei a giro a fare conferenze e presentare libri... solo che un docente universitario è un tantino più potente e influente del dipendente di un ufficio pubblico, e magari, visto che è anche lui dell'ambiente, è pure amico di brunetta, il che può aiutare
=Gradius=
00martedì 5 agosto 2008 11:28
Re: Re:
princepsoptimus, 04/08/2008 18.04:




Doveva far ridere? [SM=x751574]




Si infatti...Non faceva ridere proprio niente [SM=x751588]
DarkWalker
00martedì 5 agosto 2008 11:39
Per una volta che qualcuno fa qualcosa, non trovo particolarmente utile concentrarsi maggiormente su quello che non fa.
=Gradius=
00martedì 5 agosto 2008 11:46
Re:
DarkWalker, 05/08/2008 11.39:

Per una volta che qualcuno fa qualcosa, non trovo particolarmente utile concentrarsi maggiormente su quello che non fa.




Questa è l'Italia [SM=x751640]
Lpoz
00martedì 5 agosto 2008 11:49
Re:
DarkWalker, 05/08/2008 11.39:

Per una volta che qualcuno fa qualcosa, non trovo particolarmente utile concentrarsi maggiormente su quello che non fa.




e, ma se cè la possibilità di criticare, visto che è unministro del governo berlusconi lo si fa volentieri, e si dimentica cosa ha fatto..
anzi, si sposta l'attenzione a cosa dovrebbe ancora fare.. [SM=x751534]
DarkWalker
00martedì 5 agosto 2008 13:28
ROMA - Stipendio decurtato per i dipendenti pubblici che donano il sangue. Le misure anti-fannulloni, il decreto legge 112 del ministro Renato Brunetta, fanno infuriare le associazioni di donatori, che chiedono un'immediata revisione dell'articolo 71: "Altrimenti il sistema di raccolta è a rischio". Fino all'approvazione della norma chi prendeva un giorno libero per rimpolpare le spesso scarse riserve dei centri trasfusionali italiani riceveva la paga piena, grazie al contributo dell'Inps. Oggi non più. In busta paga per quel giorno verrà a mancare la cosiddetta retribuzione aggiuntiva, quella legata alla contrattazione integrativa (fino al 30% del totale) e che tra le tante voci aveva anche la donazione di sangue.

"Non importa quanti soldi sono. Fossero anche 5 euro si tratta di una cosa ingiusta. Questa è gente che fa del bene, che aiuta altri a vivere. Non deve rimetterci niente". Andrea Tieghi è il presidente nazionale di Avis e attualmente anche portavoce di Civis, il coordinamento che raccoglie tutte le grandi associazioni di donatori. "Tra tutti abbiamo un milione e 600 mila soci - spiega - di questi più di 300 mila sono dipendenti pubblici, gli unici ad avere il taglio in busta paga. Non si tratta solo di un giorno di lavoro, tra l'altro, perché in molti donano anche quattro volte all'anno. E poi è incredibile che la decurtazione valga anche per la donazione di midollo, visto quanto è importante e impegnativa dal punto di vista fisico".

Il decreto Brunetta rischia di produrre un effetto negativo sull'organizzazione della raccolta sangue segnalato anche in due ordini del giorno sul tema presentati alla Camera da deputati Pdl, Pd e Udc. "Temiamo che i donatori si presentino solo nei week end o il primo giorno delle ferie - spiega il direttore del Centro nazionale sangue, Giuliano Grazzini - è invece fondamentale poter distribuire la raccolta in modo omogeneo durante l'anno, per non avere momenti di grave crisi, come quella da cui siamo usciti da poco". Anche per le difficoltà di inizio estate, quando in alcuni ospedali sono saltati interventi chirurgici per carenza di sangue, il decreto 112 viene valutato intempestivo dalle associazioni.

Era dal 1990 che una legge italiana prevedeva per i donatori che lavorano, nel pubblico o nel privato, il giorno di permesso pagato al 100%. Il governo Berlusconi nel 2005 con la legge 219 aveva confermato il principio. "Speriamo di trovarci di fronte ad una svista - dice sempre Tieghi - invitiamo il governo a rimettere le cose a posto". Chissà se sarà utile a questo fine l'ordine del giorno approvato a fine luglio dalla Camera. "L'articolo 71 comma 5 del decreto-legge 112 del 2008 di fatto penalizza a livello stipendiale anche i dipendenti della pubblica amministrazione che si recano a donare il sangue nei giorni lavorativi", è scritto tra l'altro nel testo.

La norma sotto accusa prevede la non distribuzione delle somme "dei fondi per la contrattazione integrativa" in caso di assenze dal servizio. Tra le eccezioni ci sono i congedi per maternità o paternità, per lutto, per citazione come testimone ad un processo. Ma non quelli per la donazione del sangue.


ecco, questa mi sembra una boiata.
Pilbur
00martedì 5 agosto 2008 13:46
Probabilmente e' una svista...non credo sia facile tenere a conto ttuti i fattori particolari
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