Ho sempre trovato questa differenza fra i racconti dei miei nonni e quello che più tardi avrei eltto sui banchi di scuola.
Non che conordi in toto con l'autore dell'articolo,anzi,d evo dire che (sempre a sentire "testimonianze dirette") non si erano nemmeno accorti del cambio di regime.
Nè del fatto che non si andasse più a votare, nè del fatto delle libertà soppresse. Matteotti?Illustre sconosciuto.
"Il Duce ha fatto tante belle cose, peccato che ha fatto anche la guerra", stop, tutto qua.
Per questo in linea di massima non riconosco al fascismo carattere rivoluzionario (anzi, non spaevano nemmeno cos'era il parlamento le decisioni, secondo i miei vecchi, erano prese dal re e i suoi consiglieri), ma rispetto a questo articolo, non ci vedo nemmeno un baratto degli italiani (io ti do le mie libertà, falle a pezzi in cambio di soldi. No, nemmeno sapevano di avere libertà, e forse è per questo che se le sn fatte soffiare così sotto il naso).
Per ilr esto, reputo cmq che si è passati, negli anni del fascismo, dallo stato liberale (dittatura della borghesia, nessun intervento assistenzialistico dello Stato, parità sul piano formale ma non sostanziale), a uno stato sociale.
Solo che in Italia chi si è occupato di ciò, cioè i fascisti, si sono presi le libertà personali.
In altri paesi, il "prezzo"da pagare non è stato così alto.
Senza poi contare che il vero boom economico che ha messo l'Italia saldamente nei paesi dl benessere si ha nel dopoguerra, in piena democrazia. E con tutte li libertà al loro posto.
Ah, naturalmente, le persone a cui faccio riferimenti, pe rlo più miei parenti, erano saldamenti ancorati alla società contadina (anche se, ad esmepio, alcuni passarono proprio nelv entennio da una attività principalmente e prevalentemente contadina a una operaia o artigiana...cmq, tutte persone non dotate di titoli di studi e cultura)
[Modificato da DarkWalker 20/02/2007 20.11]