Faust

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verdoux47
00domenica 20 novembre 2011 18:14
di Aleksandr Sokurov





Mi piacerebbe essere completamente ignorante, non aver mai sentito nemmeno nominare, ne parlare, ne letto, ne visto niente a proposito del dottor Faust e sapere che effetto mi farebbe questo film. Provo solo ad immaginare: certamente un senso di gran confusione, un senso di disordine e di impotenza, di non sapere cosa volere, di fallimento delle aspirazione di una vita. Questo dal punto di vista di Faust, ma il diavolo non sta messo meglio, non ostante la sua potenza ed immortalità, sembra essere lui ad aver bisogno di Faust, non viceversa. Ad entrambi manca un Dio in cui credere, amico e nemico che sia, entrambi paiono delusi dalla vita e rassegnati.
Il mondo di Faust che ci viene mostrato è una cienaga (palude, ma alludo anche all'omonimo film) nella quale si galleggia e si sopravvive a fatica, una palude che non induce a slanci e pulsioni emotive, se non fosse che, non si sa per quale miracolo (il diavolo probabilmente? Mah, non credo) da una cosa immensamente brutta, ne nasce una immensamente bella: Margherita. Faust se ne innamora, svogliatamente, ma non può esimersi, amore impossibile dato che il diavolo, nell'unica occasione in cui si è ricordato di essere il diavolo, ci ha messo la coda e gli ha fatto uccidere il futuro cognato.
Sokurov, il regista che usa il cinema come rifugio dalla pittura, la sua arte preferita, in questa occasione, pur avendo sotto mano un soggetto espressionista che si presta quanto mai alla pittura, si rifugia nel cinema, e lo fa molto bene dal punto di vista della tecnica cinematografica, senza rinunciare a dare qua e là qualche pennellata, lasciando però qualche vuoto narrativo, che non va inteso come la lentezza che gli è congenita, anzi, mai come in questo film ci ha messo azione, ma inteso proprio come buco narrativo riempito da ridondanze.
È liberamente ispirato al Faust Goethe ma direi che ogni riferimento è puramente casuale, come a maggior ragione lo è ogni riferimento a Marlowe. Invece c'entra moltissimo Murnau il cui film può essere considerato la linea guida di questo.
Detto della scena del patto che in Murnau è di una forza inaudita, Faust viene strappato dall'amplesso con la duchessa di Parma e costretto a firmare sotto il ricatto del desiderio sessuale inappagato, mentre la duchessa di Parma manca nel film di Sokurov e la scena della firma del patto è un po' convenzionale; detto del finale di Sokurov meno plateale e magniloquente, ma forse più interiore e commosso di quello di Murnau, le analogie tra i due film sono moltissime e Sokurov può ritenersi a buon diritto erede e pur non disponendo dell'istrionismo di Jannings, il suo diavolo se la cava molto bene e la sua Margherita è splendida.
Molti gli elementi che i due film hanno in comune: l'ambiente degradato, mentalmente disturbato e sofferente, in Murnau siamo nel periodo terribile che va da Caligari a Hitler, in Sokurov il degrado è ulteriore ed anche materiale, è tutto fanghiglia, ma non saprei se dire che sia metafisica; l'assenza di Dio, il fallimento dell'uomo, il potere salvifico della donna, sono costanti ideologiche sempre presenti in Murnau, non so quanto Sokurov le condivida, in genere Sokurov è più romantico e meno pessimista e probabilmente il finale salvifico lo convince, per un credente l'importante è la salvezza, non la strada percorsa per raggiungerla.
Il finale del film è molto bello, ma non lo ritengo per ora il miglior film di finzione di Sokurov. Voto: 8
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