† Odhet Shiel †

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Odhet_Shiel
00venerdì 26 agosto 2011 14:01
Odette VS Odile
Il Lago dei Cigni.



La sua mano scorreva lungo la mia pelle incendiandola di promesse, di sguardi protettivi, ed all’oscurità non percepivo i suoi denti. Maligni.
Vedevo un riflesso del nostro abbraccio in uno specchio scosceso di rocce, di fronte alla radura del Rhenn, Vicino ai Vincoli Orientali dei Denti del Drago, il riverbero del suo sudario, |del mio fardello|.
Non era un volto femminile impresso in quel vetro di riflessi, Non era una pressante presenza maschile dell’Apollo. Non c’erano ne la compostezza pacata di [Venere], ne la potenza di [Marte] era tutto senza sessualità, solo due entità l’una fra le braccia dell’altro d’una fessura di Cigni con frangenti di personalità differenti, scontrarsi ed unirsi.
Tuttavia, vedevo il riverbero dell’inizio del nostro ballo in cui ero bianco cigno, adesso divenir a fine serata, alla promessa di matrimonio solo una donna disfatta in parte in nera sembiante.
|Rischiare porta a miglior vita, giovamento dell’esperienza|
Era stata una legge di vita, temuta e rispettata stando con lui.
Ed ora, di fronte al nostro stagno, desiderio del nostro Lago nero in su per la Luna crescente, non potevo che percepire il suo respiro sul collo, divenir pressante presenza d’amore; un amore irto e scaglioso come l’altura delle montagne in cui io, senza volare desideravo raggiungere non senza lottare contro una psiche ed un inconscio che la guerra interiore andavano promettendosi.
Ero divisa in due da quando l’avevo trovato; non era stato importante diffondere attimi nel nostro nebuloso passato, era tutto rivolto ad un presente insieme, senza Futuri; era solo dedicarsi interamente a quell’individuo bizzarro, alla sua Tigre distrutta di Mezzo demone Decaduto. Ma tuttavia non ero giunta alla deriva se non quando, nel mio riflesso avrei trovato l’accanimento d’un essere solo per un proprio interesse bizzarro d’una pedina in quell’orrendo gioco di Scacchi in cui La regina vien mangiata dal fedele pedone.
|Di che colore sarebbe quel pedone?|
Attimi prima eravamo abbracciati, attimi dopo eravamo ceduti, uno alle lusinghe dell’altro, in cui pendevo dalle sue labbra, unicamente, interamente.
…|Il pedone s’avvicinava|…
[Era Nero]
Io, ero la Regina Bianca;
Purezza, magnificenza, ero Tutto e Niente, tentavo una redenzione per un anima totalmente pura, che si sarebbe per sempre cosparsa del movimento fetente di quell’essere senza natura, senz’origine; bastardo di nascita; persino quando m’avrebbe pugnalato alla schiena, vedendo troppo tardi il riverbero del suo atto, fidandomi di Lui, contro quello Stagno che voleva salvarmi senza comprenderlo, dalla Morte indesiderata.
Il volto che ruota verso lui di 90° da destra, Fissa atona quel volto senza veder tuttavia l’arma che l’abbia crocifissa alla Fine; con le lacrime agli occhi di fronte alla sua attuazione Bizzarra, maligna, fetente, da reale misogino, distruttore e Traditore dell’anima, del Mio corpo violato da una lama di 10 cm; [un banale Pugnale].
[Una regina Periva Lungo Nere escoriazioni d’edera Bianca lungo veste Nera, dalla Pelle della Luna]



[Lei]
Solo Dolore, perpetuo dolore quando si vede quel volto impresso nel suo solito ghigno di perfetto narcisista, diffonder la lama contro di Noi conficcar quella Spada [nella roccia] di Carne del nostro scheletro Bianco. Le mani lungo il fianco, il dolore è lancinante, tuttavia adesso, vicine alla morte, nemmeno il dolore percepibile quando le labbra si socchiudono, un flebile sussurro – Per…[ché] - le lacrime solcano gli occhi quando una mano tenta d’aggrapparsi, cadendo il fisico gode dell’acqua; un abbraccio terminale e goduto nel riposo di quel riverbero maschile frantumarsi nelle increspate oscurità, contro un fisico che va contro i sassi, si solleva attimi dopo quando il respiro è ormai ceduto ad un battito troppo debole, La morte è apparente, mentre le lacrime sotto la sommità delle alghe bruciano, roventi un Odio che cresce alla base dello stomaco. Sarebbe una voce che tenta d’urlare ( Perché? ); Lui che si vede lì, bearsi d’una vista macabra, d’una donna che attimi prima baciava, toccava, Forse desiderava; ma è solo un mistero che non s’insinua nella cavità mentale della donna. Una morte che non desideriamo; ed uno tranello alla mente; |Adesso Abbiamo Vissuto?|

[Il Cigno Bianco]
Quando toccò la parte metallica della punta, seppe di perder l’ultima esalazione di quel mondo mortale, vedendo voltandosi quello scheletro sino ad allora Puro, la contaminazione del male troppo vicina a Lei. In quel vetro non aveva visto altro che se stessa, cosparsa di quelle radici che l’avevano fatta rinascere, sotto nuove distinte maligne vestigi Lungo veste nera sporcata di sangue, andava morendo Prima di Odhet, Odette stessa. [La Parte Bianca, la Luna]
Moriva un Cigno, doveva nascerne uno Nuovo. |Odile|!

[Il Cigno Nero - Odile/Odhet/Kaneij -]
Lui Rideva, Lei Nasceva sotto il suo sorriso.
Non sarebbe stata che una semi Figlia in quel corpo sterile che andava crepando.
Sotto le lacrime si verificava dalle Ceneri una Fenice.
Pura, grigia, Focosa, ed Irta di aculei e rabbia fulgente.
T’avrebbe cercato, Odiato, Odile dell’oltre Tomba, Kaneij.
Da mille perché, sorgeva solo una finale conclusione, Odiarlo perché amarlo adesso sarebbe stato impossibile. Sino ad allora avevamo Amato, ed alla morte c’aveva condotto, adesso era giunta l’ora di ricambiare con quel seme che lui nel nostro corpo aveva seminato.

[Scacchi]
La Regina Bianca venne mangiata dal pedone, e sembrava Buono, sembrava debole ed ammaliato da Noi, prima di tradirci per trasformarsi nel grande Re. Lento, e potente.
Ma Pedone Bianco giunto in prossimità della scacchiera nera, Morì scegliendo di rinascere Regina NERA sopraggiungendo di fronte a Re Nero; avrebbe redatto una promessa di fronte al suo lago, ai suoi Cigni ed il suo corpo cadere senza desiderio di morire, all’Ade, sarebbe giunta in su la superficie avrebbe ucciso i Vivi ed i Morti in un regno senza Fine, persino quando il corpo rimase aggrappato alla riva, contro il canneto, quando il volto immerso nel cielo, avrebbe trovato oltre esso la sua Vita secondaria.
Quello sarebbe stato il suo Lago, di Cigni.
|Maestosi, Neri|
[Dannati]

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