Castello dei Conti Guidi (Poppi -Arezzo-)

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"Palantir"
00mercoledì 25 maggio 2005 13:36








CENNI STORICI

Il castello venne fondato dai Conti Guidi, antica famiglia nobile Toscana, della quale si hanno notizie fin dal X° secolo. Di questa famiglia si ricordano i due fratelli, Simonte, conte di Battifolle e Guido Novello, conte di Modigliana, vissuti nella seconda metà del XIII° secolo ed esercitanti il proprio potere nel casentino. Il castello rimase in possesso dei Conti Guidi fino al 1440 quando per il tradimento del conte Francesco, che si era alleato col Duca di Milano contro i Fiorentini, passò alla Repubblica Fiorentina che ne fece la sede del Vicariato del Casentino. Al conte di Battifolle gli storici attribuiscono la costruzione o la ricostruzione del castello nel 1274. Nonostante gli interventi operati a distanza di tempo sul castello, non è stato modificato il primitivo assetto, il quale esprime potenza ed intenzioni di difesa. Il portone principale del castello introduce nel cortile, nel quale possiamo trovare successivi elementi quali la SCALA DEL TORRIANI, i BALLATOI IN LEGNO e la COLONNA ECCENTRICA di sostegno al tetto sostenuta da mensole sovrapposte. Molto importante è la BIBLIOTECA, per le centinaia di manoscritti medievali e di incunaboli, all'interno della quale un cartello alla porta indica che al suo interno regnano ancora gli spettri dei letterati.






LA LEGGENDA

Sono principalmente due le storie che aleggiano intorno al castello di Poppi. Una riguarda uno dei primi conti Guidi. All'interno del castello, in cima ad una scalinata troviamo la sua statua come struttura portante. Tradito dalla moglie, si dice che, dopo la sua morte, ogni qualvolta ella passasse sulla scala insieme ad uno dei suoi amanti, la statua del conte si muovesse e girasse la testa per scrutarla. Inoltre si dice che baciare le "parti intime" della statua del conte porti fortuna alle donne. La seconda storia riguarda la Contessa Matelda la quale raggirava i giovani più belli che vivevano nei pressi del castello, facendo credere loro che si sarebbero recati al castello per lavorare. In realtà la contessa faceva di loro i suoi amanti e poi li uccideva. Un giorno le madri dei giovani, non ricevendo più loro notizie, fecero una rivolta e scoperto l'accaduto fecero rinchiudere Matelda in una torre del castello e lì venne murata viva fino alla sua morte. Si dice che il suo spettro, ancora oggi si aggiri per i locali del castello.
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